la sua Storia...

Il nome del paese, Lucito, potrebbe derivare dal termine latino lucus, che significa "bosco sacro". Secondo alcuni, potrebbe derivare dal nome latino Lucius, mentre secondo altri da "saliceto", diventato volgarmente “sauceto”, e poi "Luceto".

 

La nascita dell'antico borgo deve essera fatta risalire all'epoca della dominazione longobarda, dove i primi ad insediarsi furono i monaci benedettini edificando il tempio a "Santa Maria ad Planisium" attorno al quale trovarono rifugio pastori e contadini che sfuggivano alle invasioni cercando protezione e difesa nelle grotte scavate nel tufo della collina denominata "Colle a grotte".

Con il passare del tempo il piccolo borgo si organizzò e divenne un vero e proprio centro abitativo, che iniziava dalla Porta Maggiore, con arco a sesto acuto che è sotto il Palazzo Marchesale, e terminava alla Porta da Piedi dietro la Chiesa Madre. Le case alte e serrate dei lati occidentali e orientali fungevano da bastioni.

Il paese fu feudo nel 1188 di Gionata di Balbano, che partecipò con altri paesani alla prima crociata in Terra Santa per la liberazione del Santo Sepolcro, passò poi ai Caracciolo e nel 1200 passò ai Di Sangro i quali dovettero non poco lottare per conservare la proprietà nelle loro mani. Nel 1560, Vittoria e Lucrezia Di Sangro, entrambe monache del monastero di S. Croce di Lucca a Napoli, donarono il feudo alla loro madre Adriana Tomacello, che sposò Alfonso Piscicelli. Nel 1655 i creditori di Bernardino Piscicelli ottennero la vendita, mediante asta, dei suoi feudi. Le sorti dei feudi di Lucito e Castelbottaccio, sino ad allora sempre uniti, si separarono e Lucito fu acquistato da Francesco Capecelatro, con il titolo di marchese concessogli dal re Filippo IV. Questi rimasero i signori di Lucito sino all'eversione della feudalità.

Attualmente nel centro storico si erege imponente il palazzo Capecelatro o palazzo Marchesale che origini medievali e accanto ad esso la Chiesa di San Gennaro, 1731, che fungeva da cappella privata del marchese.

 

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